La nascita dell'educatore penitenziario
La figura dell’educatore per adulti in carcere è stata introdotta dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 nell’ottica di rinnovare le strutture e l’apparato istituzionale con nuove professionalità capaci di dare contenuto reale ai principi costituzionali di “umanizzazione del trattamento” e “rieducazione del condannato” risalenti alla nostra Carta Costituzionale del 1947 di cui all’art. 27 comma 3. Dopo anni di incertezze sulle metodologie da adottare durante l’esecuzione della pena detentiva, il legislatore riconosce in capo all’educatore penitenziario degli adulti la premessa di una interazione tra conoscenze, competenze, ed abilità. E’ chiaro che le risposte ai bisogni formativi degli adulti vivono indipendentemente dal sistema organizzativo istituzionale. L’educatore, pertanto, si rivolge al soggetto adulto in formazione per riscoprire opportunità, valori, scelte, nuove interpretazioni sulla propria esistenza, sul proprio “modus agendi” riconoscendo ciascuno nella sua unicità ed irripetibilità. La professione giuridico–pedagogica, dunque, si traduce in una pluralità di ruoli professionali, che convivono spesso in condizioni di indefinitezza per cui si attribuisce un ruolo decisivo alla capacità di relazione con la quale l’educatore viene a stabilire, mediante una comunicazione competente, una interazione di reciprocità tra le varie figure professionali tale da condurre ad un reciproco riconoscimento. L’educatore penitenziario, certamente, ha rivestito un ruolo certamente attivo nel processo di affermazione del proprio intervento nel settore degli adulti. Ad oggi le competenze professionali dell’educatore riflettono la molteplicità dei bisogni educativi le cui risposte non si esauriscono all’interno dell’organizzazione del sistema penitenziario, ma caratterizzano diverse esperienze di vita, quali crisi lavorative, sociali e culturali. L’educatore degli adulti diviene la premessa per la costruzione di ponte nella comunicazione di competenze trasversali in cui si facilita l’incontro tra soggetti, pubblici e privati, con la possibilità di organizzare a livello individuale il conseguimento di obiettivi comuni. L’attività professionale dell’educatore penitenziario, pertanto, si inserisce nell’ambito dell’educazione permanente degli adulti in quanto si permette al soggetto di costruirsi nuovi spazi di significato superando istanze di conflitto, personali e sociali, per un cambiamento più intenso di sé e con la realtà in cui è inserito.
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